Linda Pincelli

Linda Pincelli
36° ciclo - Tutor Prof. Ciro Grandi

Email: linda.pincelli@unife.it

Curriculum Vitae

Titolo tesi - "La confisca di prevenzione tra necessità di politica criminale e rispetto dei diritti fondamentali propri dei procedimenti in materia penale: la disciplina italiana al vaglio del Regolamento UE 2018/1805"

Abstract - La confisca quale strumento di ablazione patrimoniale si è progressivamente rivelata, nella prassi, una delle più potenti ed efficaci armi di lotta contro la criminalità lucrogenetica e l’illecita accumulazione di patrimoni. Tale successo è dimostrato dal susseguirsi di interventi legislativi volti, da un lato, a estendere la portata applicativa di tale strumento e, dall’altro, a introdurne diverse varianti, al punto da costringere gli operatori del diritto a riferirsi, ormai alle “confische”, al plurale.

Tra queste, emerge la confisca di prevenzione prevista ai sensi dell’art. 24 d. lgs. 159/2011, anche nota come “confisca antimafia”, alla cui introduzione si è accompagnato l’intensificarsi, specie negli ultimi anni, degli interventi del legislatore, in senso ampliativo della relativa disciplina, e dei pronunciamenti di Corte di Cassazione e Corte Costituzionale, onde individuare la finalità e la natura più conveniente da attribuire alla citata misura e ovviare alle garanzie tipiche della materia penale.

E tuttavia tale soluzione alternativa di politica criminale non è esente da condizionamenti esterni provenienti dal panorama internazionale, nella sub specie dal diritto dell’Unione europea e dalla giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, per quel che attiene in modo particolare al rispetto dei diritti fondamentali.

In prima battuta, la ricerca dottorale si pone pertanto l’obiettivo di analizzare la disciplina vigente su cui si fonda l’istituto della confisca di prevenzione, per giungere, a seguito di una esposizione esaustiva dei modelli dogmatici proposti dalla dottrina e dalla giurisprudenza italiana, all’approdo ultimo della Consulta, che identifica l’istituto a quo alla stregua di misura ante o praeter delictum di natura civilistica con finalità restitutoria e ripristinatoria.

In seconda battuta, quindi, compito della ricerca sarà quello di studiare approfonditamente il Regolamento UE 2018/1805 sul mutuo riconoscimento da parte degli Stati membri dei provvedimenti di congelamento (alias sequestro) e confisca, finalisticamente orientato al raggiungimento di maggiori livelli di efficienza nell’ambito della cooperazione giudiziaria e, dunque, alla creazione di quel tanto ambito “spazio di libertà, sicurezza e giustizia” (art. 3, par. 2, TFUE). Esso non rappresenta solo uno dei numerosi sforzi compiuti dall’Unione europea attraverso l’azione penale per il contrasto alla criminalità economica, ma costituisce altresì il compendio tra l’esigenza di fare salvi i pur diversi istituti esistenti nei singoli ordinamenti giuridici interni e quella di garantire standard di tutela minimi, che nello specifico sono riassunti, ai considerando 12, 13 e 15 del citato Regolamento, nella necessità che il provvedimento ablatorio sia adottato nell’ambito di un “procedimento in materia penale” e “in conformità ai principi di legalità, sussidiarietà e proporzionalità”.

Da ultimo, si porranno in rilievo analiticamente i profili di contrasto tra l’inquadramento giuridico della confisca cd. antimafia e le garanzie di matrice sostanziale e procedurale fatte proprie dall’atto europeo, il cui contenuto andrà esplicitato anche alla luce delle letture offerte dalla giurisprudenza delle Corti europee.