Tebaldi Marcello
Dottorato di Ricerca in Tutor Prof. Donato Castronuovo e Prof. Ciro Grandi Titolo tesi "L’espansione della responsabilità da reato degli enti collettivi sotto l’effetto del diritto dell’Unione."
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Posta elettronica | marcello.tebaldi@unife.it |
Curriculum Vitae | CV |
Abstract |
La ricerca dottorale ha l’obiettivo di analizzare le influenze della normativa UE sulla disciplina nazionale in materia di responsabilità da reato degli enti collettivi. Queste hanno interessato il d.lgs. 231/2001 fin dalla sua nascita. Si pensi al fatto che, mentre il nostro ordinamento rimaneva ancorato al principio societas delinquere non potest, il legislatore europeo prevedeva forme di responsabilità degli enti già nel secondo protocollo della Convenzione per la tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee del 1995. Il diritto dell’Unione ha avuto un ruolo fondamentale anche nel continuo e costante ampliamento del catalogo dei reati presupposto. Il nostro ordinamento, infatti, prevede una responsabilità da reato degli enti collettivi limitata alle fattispecie elencate nel d.lgs. 231/2001 (i c.d. reati presupposto), questa lista, tuttavia, ha visto nel corso degli anni numerose aggiunte, molte delle quali derivanti dall’attuazione degli strumenti normativi europei. I reati a tutela dell’ambiente, ad esempio, sono stati inseriti in attuazione della direttiva 2008/99/CE. Particolarmente rilevante per questa ricerca è l’introduzione di alcune fattispecie tributarie nel catalogo dei reati presupposto (art. 25 quinquiesdecies d.lgs. 231/2001 previsto dal d.l. n. 124 del 2019). Anche in tal caso il legislatore europeo ha avuto un ruolo fondamentale: l’apertura del d.lgs. 231/2001 ai reati tributari è dovuta alla necessità di dare attuazione alla direttiva PIF (2017/1371/UE). Quest’ultima prevede, infatti, un’ipotesi di responsabilità da reato per l’ente che si è reso protagonista di una frode IVA grave e transnazionale. Fino ad oggi il nostro legislatore aveva sempre escluso le fattispecie tributarie dai reati presupposto. Siffatta impostazione era stata fortemente criticata, in quanto assai limitante per una politica criminale volta ad una più efficace lotta all’evasione fiscale. Una tale innovazione non può essere priva di conseguenze, sicché bisognerà interrogarsi sulle modalità di integrazione delle nuove previsioni normative del d.lgs. 231/2001 con la disciplina penale tributaria contenuta all’interno del d.lgs. 74 del 2000. Inoltre, è necessario analizzare gli effetti che questo ampliamento del catalogo dei reati presupposto avrà sulle vicende della confiscabilità. Si pensi alle molte pronunce giurisprudenziali in materia di confisca dei beni dell’ente nel cui interesse è stato posto in essere il reato tributario (su tutte Cass., S.U., 30 gennaio 2014, n. 10561, Imp. Gubert). Da ultimo, la ricerca dottorale intende effettuare un excursus in chiave comparatistica sull’attuazione degli strumenti normativi europei che prevedano ipotesi di responsabilità da reato degli enti, con particolare riguardo ai Paesi membri privi di una normativa in materia o in cui lo sviluppo di una legislazione in tale ambito sia ancora a livello embrionale. |