Damiano Censi
Dottorato di Ricerca in Tutor Prof. Andrea Guazzarotti (tutor), Prof. Marco Greggi (cotutor) Titolo tesi "Potere di spesa e vincoli di bilancio tra UEM e Stati membri: la stabilizzazione economico-finanziaria in una prospettiva giuridico-costituzionale"
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Abstract |
La crisi dei titoli di stato ha portato ad un susseguirsi e sovrapporsi di riforme della governance economica europea. Il leitmotiv delle stesse risiede nell’implementazione della teoria economico-giuridica riassuntivamente denominata “austerity” che comporta lo stringente rispetto, per i conti pubblici nazionali, dell’equilibrio tra entrate e spese, al fine di ridurre il debito ed il disavanzo pubblico. Gli strumenti posti in atto, in parte esterni al processo decisionale europeo, hanno generato nuovi equilibri nei rapporti di potere sia in riferimento al piano nazionale, che in relazione all’Unione Europea, con forzature di alcuni principi fondanti rilevate a più riprese sia dalla giurisprudenza che dalla dottrina costituzionale dei principali stati membri. Parimenti molteplici voci autorevoli della dottrina economica, hanno sottolineato l’inefficienza delle soluzioni apportate nel risolvere gli squilibri finanziari alla base della virulenza della crisi che ha coinvolto, in particolare, alcuni paesi dell’Unione Economica e Monetaria. Su questo sfondo la presente ricerca si propone di ricostruire il quadro giuridico della gestione delle finanze pubbliche nell’UEM, concentrandosi in particolare su ciò che è il principale strumento di decisione democratica: il bilancio. Questo nella consapevolezza della necessità di ricostruire a livello comunitario quegli equilibri nella gestione dell’economia pubblica alterati dalla crisi e dagli interventi sopra richiamati, qualora si voglia allo stesso tempo reperire le risorse necessarie ad affrontare gli squilibri finanziari tra gli stati membri. Risorse che non sono e non possono essere rinvenute nei bilanci nazionali senza modificare l’impianto di governance economica vigente, come dimostrano le criticità affrontate sul versante del debito pubblico da alcuni stati membri a seguito del “bail out” operato sul sistema bancario. Una politica economica centralizzata pertanto, imprescindibile per compensare quegli shock che colpiscono in maniera differenziata gli stati membri e che, all’interno dell’UEM, non possono essere controbilanciati da una variazione dell’equilibrio dei prezzi. Si procederà dunque ad analizzare i vincoli al Bilancio dell’Unione (corrispondente circa all’1% del PIL dell’UE), derivanti dai trattati, dai regolamenti di attuazione e dalla prassi comunitaria, per verificare le possibilità di espansione del bilancio comunitario. Ampliamento del quale si verificherà la percorribilità sia in riferimento al mercato del debito che alla possibilità di rendere più consistente il nucleo delle risorse proprie dell’UE mediante la formazione di un autentico sistema fiscale europeo. Completerà questa immagine l’analisi degli ostacoli posti ad un ulteriore dilatazione delle competenze dell’Unione, in tema di governance economica, dai sistemi giuridici di due stati membri che costituiscono gli estremi dello spettro economico-giuridico dell’UEM: Italia e Germania (il secondo in particolare per la copiosa giurisprudenza sul tema del suo supremo organo giurisdizionale). Qualora infine, stante la variabilità dello spettro giuridico-economico di riferimento, risultassero impercorribili i propositi di riforma esplorati, questa ricerca verrà ultimata dall’analisi delle ricadute sui sistemi costituzionali degli stati membri di una gestione della governance economica europea che, implementata ed interpretata come emergenziale, si rivelerebbe destinata a stabilizzarsi nel tempo. |