Stefano Agusto
Dottorato di Ricerca in Tutor Professor Prof. Marco Magri Titolo tesi "L’incidenza della Direttiva “servizi” 2006/123/CE e del principio del legittimo affidamento nell’ordinamento nazionale: il caso delle concessioni demaniali marittime"
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Abstract |
Il tema delle concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale a fini turistico-ricreativi e le loro modalità di assegnazione costituisce una delicata questione di diritto europeo, non limitato all’ordinamento giuridico italiano, bensì comune agli Stati membri caratterizzati da ampie zone costiere. La necessità di aprire alla concorrenza, in forza di vincoli europei, settori dell’ordinamento prima rispondenti a logiche differenti costringe il Legislatore nazionale ad un riordino organico della disciplina nazionale. In tema di concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale a fini turistico-ricreativi, l’ordinamento italiano prevedeva il c.d. diritto di insistenza - cristallizzato all’articolo 37, comma 2 del Codice della Navigazione - il quale assegnava una preferenza al concessionario uscente in caso di rinnovo della concessione. Considerato contrario al principio di libera concorrenza, l’articolo in esame è stato oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, procedura successivamente archiviata allorché il Governo è intervenuto, abrogando il suddetto articolo con il d.l. n. 194/2009 - convertito in l. n. 25/2000. Con lo stesso intervento normativo, è stato inoltre prorogato al 31 dicembre 2015 il termine delle concessioni per finalità turistico-ricreative in scadenza prima di tale data. Il nuovo termine di scadenza è stato successivamente prorogato al 31 dicembre 2020 con il d.l. n. 179/2012 - convertito in l. n. 221/2012 - nelle more di una prospettata riforma organica della materia. Il quadro normativo prima richiamato è stato portato nuovamente in primo piano dalla sentenza Promoimpresa e Melis, del 14 luglio 2016, con la quale la Quinta Sezione della Corte di Giustizia dell’Unione europea ha dichiarato - in via pregiudiziale - non conforme al diritto europeo la proroga della scadenza delle suddette concessioni al 2020, per violazione dell’articolo 12 della Direttiva 2006/123/CE - meglio nota come “direttiva servizi” o “Bolkestein” - e dei principi di libera concorrenza e libertà di stabilimento, di cui agli articoli 49, 56 e 106 TFUE. L’attività di ricerca mira a valutare l’impatto e le conseguenze della sentenza della Corte di Giustizia nell’ordinamento nazionale, con particolare riferimento al legittimo affidamento dei concessionari che hanno potuto usufruire della proroga. Difatti, mentre il Legislatore nazionale, poco tempo dopo la sentenza Promoimpresa e Melis, in sede di conversione in legge del c.d. decreto enti locali, ha introdotto un emendamento che, sostanzialmente, rinnova la proroga automatica che era stata oggetto della censura da parte della Corte di Giustizia, la giurisprudenza nazionale - specie quella amministrativa - ha iniziato a disapplicare sistematicamente la disciplina italiana di proroga, poiché giudicata contraria al diritto dell’Unione europea. Inoltre, l’attività di ricerca si pone l’obiettivo di approfondire alcuni spunti di riflessione suggeriti dalla stessa Corte di Giustizia: da un lato, la Corte rimette al giudice nazionale la questione se le concessioni balneari debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni - dunque, soggette a procedure ad evidenza pubblica per la loro assegnazione - per via della scarsità delle risorse naturali - punto 43 della sentenza; dall’altro, la Corte afferma che sarebbe conforme al diritto dell’Unione europea una proroga << caso per caso >>, qualora il titolare della concessione avesse potuto legittimamente aspettarsi il rinnovo della propria autorizzazione e, di conseguenza, avesse effettuato i relativi investimenti - punto 56 della sentenza. Infine, un metodo efficace di ricerca non potrà prescindere dalla comparazione fra i diversi modelli normativi degli Stati membri e le modalità di adeguamento dell’ordinamento interno al diritto dell’Unione europea nel settore delle concessioni balneari a fini turistico-ricreativi. |