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Radiazione cosmica di fondo | Installato in Cile il nuovo Large Aperture Telescope. Anche Unife nella collaborazione internazionale

24/03/2025

Scienza, cultura e ricerca

Radiazione cosmica di fondo | Installato in Cile il nuovo Large Aperture Telescope. Anche Unife nella collaborazione internazionale
L'installazione dei colossali specchi del LAT (ciascuno dal diametro di circa 6 metri) è avvenuta con successo presso il sito dell'esperimento Simons Observatory (SO) in Cile.

Si rinnova lo studio della radiazione cosmica di fondo, la più antica luce nell’Universo, grazie alla collaborazione scientifica internazionale Simons Observatory (SO), cui partecipa anche il team Unife e INFN-FerraraDa poco infatti il Simon Observatory ha installato il nuovo Large Aperture Telescope (LAT) sulla cima del Cerro Toco nel deserto di Atacama, in Cile.

Per l'Università di Ferrara partecipano alla collaborazione i professori Paolo Natoli e Luca Pagano e i ricercatori Giacomo Galloni e Giorgia Zagatti del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra. Sono inoltre coinvolti le ricercatrici e i ricercatori della sezione ferrarese dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN-Ferrara) Matteo Forconi, Martina Gerbino, Massimiliano Lattanzi e Magdy Morshed.

"Il Large Aperture Telescope (LAT), che a fine febbraio ha visto la “prima luce” con l’osservazione di Marte, permetterà di ottenere le più precise osservazioni finora raccolte dell’intensità e del livello di polarizzazione della radiazione cosmica di fondo (CMB) su scale angolari molto piccole (molto inferiori al grado), fornendo importanti informazioni relative alla composizione, dinamica ed evoluzione dell’Universo.
Il LAT si unisce a tre Small Aperture Telescopes (SATs), già installati e in funzione, che hanno come target scientifico l’osservazione dell’impronta lasciata nella polarizzazione della CMB da eventuali onde gravitazionali primordiali" spiega Paolo Natoli, Direttore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife.

Le scoperte dell'Atacama Cosmology Telescope, predecessore del LAT

L'Atacama Cosmology Telescope (ACT-DR6), attivo nello stesso sito cileno dal 2007 al 2022 e recentemente smantellato, è stato un riferimento internazionale per le osservazioni da terra della Radiazione Cosmica di Fondo.

All’analisi dei dati raccolti con il telescopio ACT ha partecipato - in virtù della collaborazione con il gruppo della Cardiff University guidato da Erminia Calabrese - anche il team Unife e INFN-Ferrara composto da Luca Pagano, Nicola Barbieri, Martina Gerbino e Massimiliano Lattanzi

Le ricercatrici e i ricercatori Unife hanno collaborato allo sviluppo del software per l’analisi statistica dei dati e all’interpretazione scientifica dei risultati, con attenzione ai vincoli sulle abbondanze degli elementi leggeri prodotti dalla nucleosintesi primordiale (elio, deuterio e confronto con i risultati da osservazioni astrofisiche) e sulle proprietà di interazione dei neutrini.  

I risultati cosmologici sono stati presentati lo scorso 18 marzo.

"ACT ha fornito le più precise osservazioni fino a piccole scale angolari (molto più piccole del grado) dell’intensità e polarizzazione della radiazione di fondo cosmico. Queste osservazioni hanno consentito di rifinire in maniera molto rigorosa il modello con cui descriviamo la composizione, dinamica ed evoluzione dell’Universo, confermando indipendentemente i risultati ottenuti da esperimenti precedenti come il satellite Planck" racconta il Professor Pagano.

luce cosmica di fondo

Una nuova immagine della radiazione di fondo cosmico (CMB) ottenuta aggiungendo alta risoluzione dall’Atacama Cosmology Telescope (ACT) ad un'immagine precedentemente raccolta dal satellite Planck. Le macchie arancioni e blu corrispondono a zone di maggiore o minore intensità di radiazione e rivelano proprietà dell’Universo quando aveva circa mezzo milione di anni (molto prima che si formassero le prime galassie). L’immagine include anche oggetti più prossimi a noi: la banda rossa sulla destra dell'immagine a metà cielo è la Via Lattea; nello zoom, i puntini rossi sono galassie che racchiudono giganteschi buchi neri, i puntini blu sono enormi ammassi di galassie e, infine, la galassia dello Scultore è visibile verso il basso.
Credit: ACT Collaboration; ESA/Planck Collaboration 

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