Gregorio Boretti
Dottorato di Ricerca in Tutores Prof.sse Simonetta Renga e Cristiana Fioravanti Titolo tesi "L’UNIONE EUROPEA ED IL LAVORO EXTRACOMUNITARIO: UNA PROSPETTIVA SOVRANAZIONALE"
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Posta elettronica | brtggr@unife.it |
Curriculum Vitae | CV |
Abstract |
Il progetto di ricerca si concentra sulle prospettive future del lavoro extracomunitario all’interno dell’Unione Europea. Esso mira a dimostrare che una disciplina comunitaria del lavoro extra-UE non solo è possibile, ma necessaria a garantire una gestione efficace del fenomeno migratorio, trasformando ciò che è oggi un’emergenza in una risorsa per l’intero territorio dell’Unione. Posto infatti che gli stati nazionali si sono dimostrati non in grado di affrontare un fenomeno globale così impattante, si rende necessario un intervento delle istituzioni europee che – coerentemente con i valori che ispirano l’azione dell’Unione (dal TUE e TFUE alla Carta di Nizza) – predispongano un insieme di regole che riconoscano i diritti dei prestatori di lavoro provenienti dai Paesi terzi, combattendo fenomeni di sfruttamento e dumping sociale. Nel far ciò ci si muoverà in una prospettiva innanzitutto diacronica, mirante a ricostruire l’evoluzione normativa delle fonti europee in materia, partendo dalle origini fino alla disciplina attuale. Una particolare attenzione verrà, in quest’ambito, riservata alla giurisprudenza comunitaria, che ha sempre rivestito un ruolo nevralgico nella definizione del diritto uni-europeo. Una volta consolidata la conoscenza dell’esistente, si passerà all’esame delle questioni nuove ed ancora aperte: prima fra tutte, la "questione turca". L'accordo di associazione tra l'allora Comunità Europea e la Turchia, firmato ad Ankara il 12 settembre 1963, presenta il non trascurabile peculiarità di essere l'unico accordo esterno che estende il principio della libera circolazione dei lavoratori a prestatori di lavoro extracomunitari. La Corte di giustizia è intervenuta più volte sulla giustiziabilità dei diritti derivanti da questi accordi, con una giurisprudenza tuttora in evoluzione. Inoltre, il notevole deterioramento delle relazioni UE-Turchia, culminato con il recente voto del Parlamento europeo a favore del congelamento dei negoziati di accesso di Ankara all'Unione, spariglia le carte e mette in discussione uno dei punti chiave dell'intesa: la strategia europea di outsourcing nella gestione dei flussi migratori. Outsourcing messo in atto soprattutto allo scopo di indebolire la cosiddetta "rotta balcanica" e deflagrare le tensioni con il cosiddetto "Gruppo di Visegrad", che ha per lungo tempo minato le aperture delle istituzioni dell'Unione in materia di asilo. Altrettanto interessante sarà poi verificare l'impatto della Brexit sulla legislazione sul lavoro migrante in Europa. Ora che è stato finalmente raggiunto un accordo, potrebbe l'uscita del Regno Unito dall'Unione paradossalmente favorire una strategia più solida e strutturata sul tema del lavoro migrante? Infine, ci si concentrerà sulla recente modifica del regolamento di Dublino, nonché sulle prospettive aperte dal Piano Juncker, dal Piano d’azione per l’integrazione dei cittadini stranieri e dalla Nuova agenda per le competenze per l’Europa. |