Benato Edoardo
Dottorato di Ricerca in Tutor Prof.ssa Costanza Bernasconi Titolo tesi "Il delicato rapporto fra diritto penale e nuove tecnologie nell'ambito del sistema per il contrasto al cyberterrorismo approntato dal Legislatore europeo"
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Posta elettronica | edoardo.benato@unife.it |
Curriculum Vitae | CV |
Abstract | Le tecnologie informatiche ed i social networks hanno rivoluzionato i rapporti sociali che oggi tendono, con crescente esclusività, a svolgersi nel cyberspace. La realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, per le loro peculiarità, mettono alla prova il penalista consapevole che, in questi settori, il rischio di un sovvertimento delle categorie tradizionali del reato è concreto. Ciò è ancor più evidente nella disciplina dei reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico compiuti attraverso i mezzi informatici. Nel codice penale italiano non esiste una fattispecie legale che tipizzi in senso unitario il cyberterrorismo, ma la disciplina del suo contrasto non può limitarsi alla mera giustapposizione delle norme in materia di reati con finalità di terrorismo e di reati informatici. Diversamente altri Paesi – in particolare Stati Uniti d’America e Federazione Russa - hanno recentemente ritenuto di intervenire in materia, anche radicalmente, introducendo nuove fattispecie ed intensificando i poteri dell’autorità amministrativa. Il Legislatore Europeo ha sempre manifestato grande attenzione per il tema della cybersecurity, basti pensare, solo a titolo esemplificativo, alle Convenzioni del Consiglio d’Europa di Budapest del 23/11/2001 e di Varsavia del 16/5/2005, sino alle direttive 2013/40/UE (recante disposizioni relative agli attacchi contro i sistemi di informazione) e 2018/1972 (c.d. Codice delle comunicazioni elettroniche, con particolare attenzione alla rete 5G), perseguendo precipuamente obbiettivi di prevenzione. Il legislatore italiano è intervenuto in materia - in modo asistematico - prediligendo strumenti di repressione preventiva, creando fattispecie secondo una tecnica legislativa connotata da una consistente anticipazione della soglia della punibilità, in alcuni casi arrivando a riconoscere disvalore penale financo ad atti che non raggiungono la soglia del tentativo. Il presente lavoro si propone, da un lato, di ripensare - de iure condendo e in un’ottica di politica criminale - alla tecnica di costruzione legislativa in materia di cyberterrorismo, dall’altro, di ricercare misure di prevenzione ante delictum che, avvalendosi dell’intelligenza artificiale (in particolare la biometria), coinvolgano Internet service providers e social networks; che, intervenendo a livello patrimoniale, impediscano il finanziamento di gruppi terroristici; che guardino con interesse a tecniche di prevenzione positiva quale la social prevention. Lo studio intende altresì vagliare la compatibilità di tali strumenti con la normativa eurounitaria di riferimento, anche in ordine alla valutazione comparatistica dei beni giuridici da tutelare, atteso il sistema di tutele della privacy e dei c.d. big data, recentemente approntato con il regolamento 679/2016 (GDPR) e con le direttive 680/2016 e 681/2016. |