“Alfabeti Urbani” | Dal 5 al 7 giugno il festival per comprendere le città attraverso le parole del cambiamento
Vita universitaria

Cosa raccontano davvero le città? Come si trasformano sotto il peso della storia, delle tensioni sociali, delle memorie e delle visioni future? A queste domande vuole rispondere “Alfabeti Urbani”, festival ideato e promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e dal suo Laboratorio di Studi Urbani, in programma dal 5 al 7 giugno 2025 nell’Ex Teatro Verdi, (via Castelnuovo, 10).
L'iniziativa è stata presentata martedì 27 maggio all'Ex Teatro Verdi alla presenza di Giuseppe Scandurra, docente di Antropologia Culturale e Antropologia Urbana di Unife e promotore dell’iniziativa, Antonino Princi, scrittore e docente e Costanza Vespasiano, studentessa Unife
“Il Festival nasce dal progetto FIRD 2024 – ha spiegato Giuseppe Scandurra – e si propone come uno spazio di riflessione sui mutamenti antropologici, culturali e sociali che stanno trasformando le nostre città, indagando i loro significati più profondi attraverso una chiave originale: l’alfabeto”.
Ogni giornata sarà infatti dedicata a una lettera dell’alfabeto urbano.
Giovedì 5 giugno si partirà con la “R” di Rivolta. Al centro dell’iniziativa un tema quanto mai attuale: vivere in una città in guerra, con uno sguardo particolare su Gaza. Seguirà un approfondimento sui Moti di Reggio Calabria del 1970, anche attraverso la proiezione di un documentario inedito firmato da Pier Paolo Pasolini sui fatti avvenuti all’epoca. Successivamente si analizzeranno i rapporti tra città e mito fondativo presentando il caso di studio di San Ferdinando, una cittadina calabrese protagonista di una piccola grande rivoluzione urbana, grazie a una solida collaborazione con il Dipartimento di architettura della Columbia University di New York.
Il festival proseguirà venerdì 6 giugno con un appuntamento dedicato alla “N” di Narrazioni. Ci si concentrerà sulla città vista dai viaggiatori del Grand Tour per poi passare ai mutamenti antropologici della città tra modernità e futuro. A seguire si parlerà del territorio ferrarese analizzando il documento-saggio “Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica”.
Sabato 7 giugno sarà la volta della “S” di Sguardo. Si tornerà al secondo dopoguerra per riflettere sulla ricostruzione urbana, per poi analizzare il rapporto tra città e territorio nella produzione audiovisiva e concludere con un approfondimento su città e carcere.
A ogni giornata di incontri si affiancheranno eventi serali, pensati per ampliare il racconto urbano attraverso altre forme narrative.
“Ogni serata del festival sarà caratterizzata da incontri in modalità narrative diverse – ha sottolineato Antonino Princi –. Il 5 giugno apriremo con “Fare buono”, studio di spettacolo tratto dal podcast “I Fantasmi della Bassa” del Collettivo Cumbre, che riporta alla luce storie dimenticate della memoria collettiva. Il 6 giugno sarà la volta del concerto “Jet Set Roger”, con canzoni che evocheranno la presenza di H.P. Lovecraft nel Polesine. L’iniziativa si terrà al Circolo BlackStar (via Ravenna, 104). Infine, il 7 giugno, chiuderemo con la proiezione del film “Il Mohican” del regista corso Frédéric Farrucci al Cinema Apollo (via del Carbone, 35).”
“Alfabeti Urbani si propone come un’occasione per riflettere sulle trasformazioni della città, su come venga letta e raccontata e, soprattutto, sul rapporto che si sviluppa tra i cittadini e la città stessa – ha concluso Costanza Vespasiano –. Ricordiamo che il Festival è stato organizzato grazie al lavoro di un gruppo di studentesse e di studenti del corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Comunicazione, impegnate/i nel loro tirocinio nella formazione di un vero e proprio gruppo di comunicazione."
Da sinistra, Marco Antonio Rizzo, manager di Laboratorio Aperto Ferrara; Antonino Princi, scrittore e docente; Giuseppe Scandurra, Professore di Antropologia Culturale e Antropologia Urbana di Unife; Costanza Vespasiano, studentessa Unife