Biomedicina | Dal progetto Biofine elettrodi più efficienti per contrastare il rigetto delle protesi
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Più compatibili e duraturi. Una nuova strategia potrebbe migliorare l’efficacia degli elettrodi nelle protesi neurali, ovvero quelle protesi che, proprio grazie agli elettrodi, si collegano direttamente al sistema nervoso e vengono utilizzate in pazienti che hanno subito amputazioni o gravi danni ai nervi.
È uno dei primi risultati del progetto BioFINE, finanziato dall’Unione Europea e condotto dall’Università di Ferrara insieme all’Universitat Autònoma de Barcelona, all’Università di Friburgo e alla Chalmers University of Technology.
Lo studio propone una tecnica innovativa per aumentare la biocompatibilità e la durata degli elettrodi neurali, con l’obiettivo di contrastare la naturale risposta infiammatoria dell’organismo alla presenza di corpi estranei, che nel tempo può compromettere l’efficacia dell’impianto e favorire la formazione di tessuto cicatriziale attorno al dispositivo.
Spiega il Professor Stefano Carli del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e Prevenzione, responsabile dell’unità chimica dell’Ateneo ferrarese: “Abbiamo sviluppato una tecnica per modificare chimicamente la superficie della poliimmide, un materiale comunemente usato per gli elettrodi, in modo da legare il desametasone – un farmaco particolarmente efficace nel modulare i processi infiammatori immuno-mediati – che viene poi rilasciato lentamente per almeno due mesi. Questo periodo è cruciale per limitare la reazione infiammatoria del corpo. I test in laboratorio hanno dimostrato che questo approccio riduce i segnali infiammatori nelle cellule del sistema immunitario, senza compromettere la biocompatibilità e la flessibilità del materiale. I risultati più promettenti sono emersi dai test in vivo: gli impianti trattati con desametasone hanno provocato una risposta immunitaria molto più contenuta, limitando la formazione di tessuto cicatriziale attorno all’elettrodo.
La dottoressa Giulia Turrin del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione, primo nome dell'articolo appena pubblicato, aggiunge: “Questo sistema di rilascio controllato potrebbe aumentare significativamente la durata e l’efficienza degli impianti neurali. È un passo importante per affrontare le sfide a lungo termine in questo campo.”
Un risultato che conferma il valore della collaborazione tra atenei europei e il ruolo centrale della ricerca italiana e in particolare dell’ateneo di Ferrara nel panorama scientifico internazionale.
Per saperne di più
L'articolo Covalent Binding of Dexamethasone to Polyimide Improves Biocompatibility of Neural Implantable Devices è stato pubblicato il 17 giugno 2025 sulla rivista Advanced Healthcare Materials.
Le autrici e gli autori sono:
A cura di Chiara Fazio
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