Fabi Federico
Dottorato di Ricerca in Tutor prof. Giovanni Cazzetta Titolo tesi "Forma di Stato e potere amministrativo negli Stati Estensi. Per una prospettiva storica sui paradigmi della funzione di amministrazione pubblica"
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Posta elettronica | federico.fabi@unife.it |
Curriculum Vitae | CV |
Abstract | Statuti non scritti degli ordinamenti d’Ancien Régime erano la radicata costituzione pluralistica e la marcata vocazione giurisdizionale del potere; autonomie ed interdipendenze tra entità sub-statuali pubbliche e private di diversa estensione, grado e natura i moduli costanti delle loro reciproche interazioni, tanto sotto un profilo giuridico quanto, non di rado, altresì politico. Specie nel corso del XVIII secolo si registravano, cionondimeno, intensi processi di accentramento delle funzioni pubbliche: istituzioni che assumevano in proprio la cura e la titolarità di interessi quali la salute, la sicurezza pubblica, la manutenzione di fiumi e strade, l’annona, l’urbanistica (etc.); enti che apparivano cioè intervenire sulla sfera giuridica dei privati incidendovi tramite decisioni assunte unilateralmente, secondo un modus agendi invero non troppo dissimile – perlomeno esteriormente – da quello delle moderne Pubbliche Amministrazioni. Ora, la radicata costituzione pluralistica degli ordinamenti pre-rivoluzionari dovrebbe in astratto privilegiare la funzione giudiziale, un potere pubblico impiegato cioè allo scopo precipuo di bilanciare posizioni giuridiche tra loro concorrenti, e non anzitutto per stabilire determinazioni in ordine ad interessi immediati di cui è titolare l’istituzione stessa che quel potere esercita; eppure, siffatto rilievo si scontra, cionondimeno, con quello della riferita sussistenza di decisioni che oggi si definirebbero pacificamente come ‘amministrative’. Quali margini, dunque, per una convivenza – che almeno in astratto si pone in termini di apparente antinomia – tra quel mai superato momento d’autorità del provvedimento amministrativo e l’assetto eminentemente plurale e, perciò, giurisdizionale degli ordinamenti pre-moderni? Le ipotesi interpretative che animano il dibattito scientifico sembrano lasciare in ombra aspetti di rilevanza non soltanto remota in ordine alla questione posta; lo strumentario giuridico in nostro possesso si mostra esso stesso, per vero, inadeguato per risolvere in modo soddisfacente la tracciata antinomia recuperando ad ogni profilo la sua appropriata collocazione sistemica. In questa prospettiva d’indagine, gli Stati Estensi si pongono quale laboratorio di studio privilegiato, modello ordinamentale ad un tempo di stampo geneticamente plurale e composito e dotato, purtuttavia, di una significativa tensione all’unitarietà. Segnatamente, il progetto si propone di vagliare le possibilità di un ripensamento critico dell’ancor oggi solida biunivocità concettuale tra decisione amministrativa e caratteri dell’autoritatività e della insindacabilità nel merito; tale accertamento verrà condotto attraverso l’approfondimento di fonti archivistiche e l’applicazione di un metodo di stampo comparatistico, sia in un’ottica verticale-diacronica, con epilogo da collocarsi ragionevolmente al raggiungimento dell’Unità d’Italia, sia – prima ancora – in una prospettiva orizzontale-sincronica, mediante incursioni mirate in altre ed eterogenee realtà statuali d’Ancien Régime. In definitiva, il tentativo sarà quello di approfondire una linea di ricerca di carattere storico-giuridico, e nondimeno tutt’altro che priva di spunti e suggestioni per gli scenari futuribili della rinnovata dialettica unità-pluralità su scala europea, indubbia protagonista del processo di decostruzione della struttura piramidale e monocefala ereditata dallo Stato Liberale ottocentesco. |