GIURI NEL PROGETTO INTERNAZIONALE PER L’INTEGRAZIONE E IL CONTRASTO ALLA RADICALIZZAZIONE

Dettagli dell'evento

Quando

27/02/2019
dalle 09:30 alle 11:00

Dove

Auditorium - Complesso S. Lucia Via Ariosto 35, Ferrara

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È stato presentato oggi il progetto internazionale “PRIMED – Prevenzione e Interazione nello Spazio Trans-Mediterraneo”, di cui l’Università di Ferrara è partner assieme all’Università del Piemonte Orientale, come capofila e ad altri prestigiosi atenei italiani e dei Paesi della Cooperazione Islamica (OCI).

Presso l’Auditorium del Rettorato, il magnifico rettore professor Giorgio Zauli, l’assessore della Regione Emilia-Romagna a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, prof. Patrizio Bianchi, il delegato all’internazionalizzazione professor Matteo Vincenzo D’Alfonso e il delegato alla terza missione professor Michele Pinelli, il direttore scientifico del progetto professor Roberto Mazzola dell’Università del Piemonte Orientale e la referente scientifica del progetto per l’Università di Ferrara, professoressa Enrica Martinelli, hanno illustrato i dettagli dell’iniziativa a una platea di autorità e organi di informazione.

Il progetto PRIMED è di durata triennale, è finanziato dal MIUR per 850.000 Euro per il primo anno e 2 milioni in totale per il secondo e terzo anno, e coinvolge 22 università, di cui 12 italiane e 10 straniere, in particolare atenei di Egitto, Marocco, Tunisia, Libano, Algeria, Ciad e Niger.

L’obiettivo è affrontare in modo interdisciplinare i bisogni conoscitivi e operativi connessi ai processi d’integrazione in Italia e al contrasto alla radicalizzazione; in particolare attorno a tre assi: la cooperazione scientifica tra Italia e Paesi OCI (Organizzazione per la Cooperazione Islamica) sui temi dell’integrazione e della radicalizzazione tramite la costituzione di una rete interuniversitaria di studenti, ricercatori e docenti; la formazione dei protagonisti delle politiche di integrazione e del contrasto alla radicalizzazione, ovvero enti territoriali, Prefetture, amministrazione penitenziaria, pubblica sicurezza, scuola, strutture socio-sanitarie, operatori economici; la formazione di dirigenti e imam che svolgono le proprie funzioni in Italia.

Più in dettaglio il progetto prevede la realizzazione di diverse iniziative:

-      Una summer school su “Integrazione, interpretazione e diritti” dedicata a 20 studenti degli atenei italiani partner;

-      Una winter school sul tema della radicalizzazione e del proselitismo jihadista dedicata a dirigenti del sistema penitenziario italiano e dei paesi OCI (nello specifico 10 italiani e 10 marocchini);

-      La riattivazione del Master di I livello in Studi sull’Islam d’Europa, realizzato nell’ambito del FIDR, dedicato alla formazione civica e religiosa per il personale delle comunità musulmane e delle associazioni della società civile i cui membri provengano dai paesi OCI;

-      Corsi di alta formazione dedicati a operatori della pubblica amministrazione, operatori socio-sanitari, operatori della pubblica sicurezza e agenti di polizia penitenziaria, dirigenti scolastici e insegnanti, operatori socio-economici, personale religioso;

-      Un ciclo di 4 corsi congiunti sul tema dell’integrazione nella didattica ordinaria at home and abroad;

-      Viaggi di studio verso paesi OCI (in particolare a Beirut per 20 studenti italiani) e verso l’Italia (in particolare a Roma, per 20 studenti degli altri atenei italiani partner e 20 delle università stranieri partner);

-      Viaggi per docenti in qualità di visiting professors;

«Ferrara avrà un ruolo fondamentale – ha illustrato la prof.ssa Martinelli – sia partecipando all’intero progetto, sia ospitando e organizzando un workshop dedicato al tema “Giurisprudenza, integrazione e radicalizzazione” che si terrà il 13 e 14 giugno prossimi”.

«Il PRIMED – ha concluso il prof. Mazzola – oltre a incrementare la mobilità accademica di studenti e docenti, ha soprattutto l’obiettivo di rafforzare il ruolo degli atenei italiani nel contesto della ricerca internazionale, promuovere la formazione superiore, ma soprattutto costruire linguaggi e metodi comuni e integrare competenze».

 

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